Come diventare camionisti

Camionisti si nasce, non si diventa.
O per lo meno così dicono. 

Beh, signori, permettetemi di dissentire. 

C’è stato un tempo in cui avrei avvalorato questa tesi senza pensarci due volte, come se il senso del camionismo si potesse trasmettere geneticamente.
Come se fosse un’essenza mistica capace di investirti di chissà quali doti.
All’epoca mi sembrava quasi l’unico modo per sentire di appartenere a qualcosa. 

Come potevo io, assolutamente non figlia d’arte avere il gene?
Mia madre sicuramente si spiegherebbe tantissimi miei atteggiamenti non proprio femminili e anche la mia volgarità in certi contesti, ma non è (purtroppo per lei) merito o colpa di una misteriosa investitura. 

L’essere camionista è una antica arte da apprendere con maestria. 

Anche perché, diciamolo, nessun genitore vorrebbe davvero la responsabilità di trasformare il proprio figlio in Silvester Stallone in Over the Top. 

Quando siamo dei piccoli fagotti innocenti, gli adulti ripongo in noi i loro sogni, idee e, soprattutto, altissime aspettative.
Nonostante lo neghino all’inverosimile, fanno di tutto per orientarci verso le loro scelte:  dai colori dei vestitini, ai regali accuratamente scelti tra tutte le cose non presenti nelle letterine di Babbo Natale. 
Tutti gesti, a detta loro, frutto di casualità e senza alcun fondamento psicologico.

Fandonie.
Sono assolutamente consapevoli di cosa vogliono per noi e di cosa no.
Ancora mi sto chiedendo come mai i miei amici maschi ottenevano il meccano e quando lo chiedevo io, improvvisamente, al negozio non lo tenevano più.

Purtroppo per la categoria dei genitori, i figli sono fatti per deludere (quasi) tutte le loro aspettative ed è proprio in preda a questo atto di ribellione che i più audaci decidono di prendere le patenti superiori.

Per sentirsi diversi e liberi e dominare la strada dall’alto, per sentirsi importanti e indispensabili, in qualche modo. E si, anche per la soddisfazione di avere tanti cavalli sotto al sedile. 

Ma basta una patente per essere davvero un camionista?

Chiunque vi dirà che no, non basta, anche se ovviamente è un prerequisito ottenerla e studiare tanto per averla.
Molti veterani vi diranno che lo devi avere dentro, che devi avere la passione…
Io, invece, credo che sia, prima di tutto, una questione di atteggiamento. 

  1. Sentirsi dei professionisti e non semplici autisti.
    Tenere un atteggiamento professionale in qualunque situazione è la vera sfida che dobbiamo vincere se vogliamo avere un seguito in questo incredibile settore.
    Avete presente come quando il medico vi mostra la ricetta e voi fate finta di capire cosa ci sia scritto?
    Ecco, quello è esattamente il modo giusto.
    Quando sei su strada, da solo, non hai tempo di aspettare che siano gli altri a decidere per te. No, nemmeno se ti hanno spostato una consegna, perché fermarsi con un’auto lungo la strada è un conto, con un bilico potresti ritrovarti ad essere una presenza ingombrante. Per non essere in balia degli eventi, sviluppare un buon senso di analisi e un metodo per trovare delle soluzioni in fretta è il primo consiglio che avrei voluto ricevere.
    Tanto, comunque vada, imparerai a tue spese che è sempre e comunque colpa dell’autista, quindi tanto vale decidere in autonomia e quando non si sa cosa fare, bluffare va benissimo.
    Avete mai visto Rocky Balboa avere un tentennamento sul ring?
  2. Chiedere aiuto.
    L’equivalente di lasciare che sia il farmacista a tradurre la famosa ricetta, ma senza darlo a vedere.
    Questo è un mestiere che si impara facendo, è vero, ma non per forza facendo danni.
    All’inizio non abbiamo la facoltà di valutare al meglio la situazione e a volte quattro occhi sono decisamente meglio di due.
    Una manovra stretta, una deviazione non prevista, uno scarico diverso dal solito sono situazioni che possono metterti sotto pressione e, in quel caso, diventa difficile agire con calma e sangue freddo.
    Quando sei un novello, poi, verrai fissato in ogni caso durante le manovre, quindi farsi furbi facendosi “dare un occhio” può salvarti la faccia… e anche la fiancata del rimorchio.
  3. Impara dalle esperienze.
    Ci saranno tantissime volte in cui la giornata non andrà come avevi preventivato e ti arrabbierai tantissimo per questo. Alle volte dipenderà da un tuo errore, altre volte, invece, semplicemente da un insieme di spiacevoli eventi.
    Non farti fagocitare da quello che ti capita, ma cerca di capire come poter migliorare attraverso quello che accade.
    C’è sempre un insegnamento nascosto, trovarlo ti aiuterà a migliorarti costantemente e soprattutto a non ripetere lo stesso errore.

Non siamo invincibili, in cui non nasciamo già con le verità in tasca e che, spesso, ci salviamo grazie a un atteggiamento positivo e pro attivo e se in greco trasporto si traduce con metafora, forse un motivo c’è.
Questo lavoro ti insegna ad ascoltarti, a trovare sempre un modo per uscire da situazioni che non avevi preventivato, a chiedere agli altri nel momento del bisogno e valutarti per quello che sei.
Non esistono trucchi validi per tutti, verità assolute da sapere per essere al sicuro, così come non c’è un modo unico e giusto per fare bene questo lavoro.
Questo strano mondo è fatto di dedizione particolare, di passione e, alle volte, quasi di perfezionismo che insieme a determinazione, scaltrezza e un briciolo di orgoglio ti permetteranno di distinguerti. 

Ed ecco l’ultimo consiglio che mi sento di darvi:

Siate sempre orgogliosi di voi stessi, qualsiasi cosa facciate, sia che sia stata un vostra libera scelta o che sia stato il caso a portarvi fin lì. Mia madre avrebbe voluto io facessi l’architetto, “sei una creativa” diceva e forse avrei voluto farlo anch’io. Ma poi la vita mi ha portato altrove, ma, si sa, le strade sono fatte di incroci, di stop, di deviazioni….Ho trovato questa strada, l’ho imboccata, l’ho inghiottita, l’ho amata e ne ho trovato il senso.
Non importa che trasporto facciate, quale mezzo guidate, per che cosa lottiate.
Trovatene il senso, fatelo al meglio e siate orgogliosi.
Perché lassù, ci sentiamo i padroni del mondo, del nostro mondo!

Camionisti non si nasce, si diventa.
Buona strada
La.B

Laura Broglio
Laura Broglio

Camionista e Content Creator.
Dall’alto della mia cabina vivo il mondo dell’autotrasporto e ne racconto il bello.
Credo che questo settore abbia bisogno di trovare una nuova narrazione, lontana dagli stereotipi negativi che l’hanno accompagnato per anni per riuscire a dimostrare che, nonostante tutto, è un mondo meraviglioso.

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